Intervista alla regista Eleonora Grilli e il suo film Lola Blue

Intervista alla regista Eleonora Grilli e il suo film Lola Blue

Intervista a Eleonora Grilli

Di recente è stato proiettato in anteprima il film da lei diretto, “Lola Blue”, al Bifest. Ci può raccontare com’è andata?

Sì, lo scorso giovedì 21 marzo, al Teatro Piccinni, in occasione del Bifest, è stato proiettato in anteprima il mio film. Ero lì insieme all’attrice protagonista Cinzia Cordella, anche perché dovevamo presentare il lungometraggio. È stato sicuramente un successo, il teatro era pieno e al termine della proiezione il pubblico ha applaudito lungamente per ben due volte. La gente poi è rimasta dentro anche dopo, perché volevano complimentarsi direttamente con me e Cinzia.

In “Lola Blue” si affrontano una serie di tematiche complesse, quali la salute mentale, la creatività femminile e le problematiche esistenziali che scaturiscono dai ritmi incalzanti della società odierna. Com’è nata l’idea di fare un film del genere?

“Ho trascorso due anni negli Stati Uniti dopo essermi laureata, nel corso dei quali ho concepito l’idea di realizzare questo film. Mi sono voluta concentrare in particolare sulla figura dello stand-up comedian. Sì, l’opera si focalizza sui processi creativi e sulle loro dinamiche turbolente, soffermandosi soprattutto sulla dimensione artistica femminile. Il tema della salute mentale, in particolare della depressione, ho voluto affrontarlo con delicatezza, perché volevo evitare di cadere nelle trappole della stigmatizzazione. In un’epoca in cui la pressione di essere sempre “connessi” e performanti, in un mondo che corre ad una velocità vertiginosa, può aggravare i sentimenti di isolamento e inadeguatezza. La protagonista riconosce e accetta il malessere come parte del proprio percorso esistenziale. Ho voluto poi raffigurare in modo oggettivo il tormento artistico di un’artista donna, mettendo in evidenza anche lo stress costante vissuto da parte di chi opera nell’arte, lottando per mantenere la propria autenticità e facendo emergere anche il concetto che la forza risiede nell’essere vulnerabili e nell’aprirsi agli altri.”

Perché ha scelto di esplorare proprio la figura dello stand-up comedian?

“Sono sempre stata affascinata dal mondo dello stand-up comedian, perché trovo interessantissimo il fatto che loro portino sempre una maschera quando salgono sul palco. Mentre quando sono dietro le quinte e se la tolgono rivelano la loro vera identità, ossia essere individui profondamente solitari e tristi, un po’ come il volto del clown che fa ridere ma in realtà è molto triste. Quindi è un aspetto che da sempre mi ha colpito, in particolare gli stand-up comedian degli spettacoli americani. Ho voluto di conseguenza fare una mia ricerca personale su questa particolare figura.”

La protagonista ha un compagno, anche lui problematico. Cosa ci può raccontare relativamente a questo personaggio?

“Il compagno doveva essere uno specchio di Lola Blue. Quindi dentro doveva nascondere una profonda sofferenza senza tuttavia darla a vedere, se non in alcuni momenti. Quando ho visto l’attore Errico Liguori insieme a Cinzia Cordella nel corso di una prova, ho notato che avevano una sinergia molto bella e particolare, quindi ho deciso che potevano essere affiancati. Anche la scelta che lui fosse molto più giovane di lei è voluta.”

Com’è nata la decisione di scegliere prima Napoli e poi l’Umbria, in particolare Orvieto, come location del film?

“Ho scelto Napoli perché doveva rappresentare il carattere esplosivo della protagonista. Il capoluogo partenopeo è la cornice di tutta la prima parte del film. Per quanto riguarda l’Umbria e Orvieto, sono di origini umbre e per me non esisteva posto migliore per girare la seconda parte del film, dove la protagonista si ritira in un luogo di pace e tranquillità nel mentre è alla ricerca di sé stessa. Orvieto in particolare è una città che ho sempre adorato sia per la sua bellezza storica, sia per le verdi vallate che la circondano. La natura intorno alla città è il motivo principale della mia scelta: l’eruzione vulcanica che ha formato la rupe dove ora è situata Orvieto è un richiamo simbolico per il film.”

Quali sono i suoi progetti futuri?

“Ho diverse iniziative in serbo, sia in qualità di regista sia di produttrice. Per ora posso solo dire che sarò coinvolta in un importante opera che riguarderà il tema della violenza di genere e dei femminicidi.”

E’ anche produttrice quindi?

“Sì, sono anche produttrice. Assieme alla regia, mi sono specializzata nella produzione di opere cinematografiche. Durante il mio percorso formativo, ho inoltre approfondito la sceneggiatura. Per “Lola Blue”, mi sono dedicata personalmente alla stesura della storia da rappresentare. Nutro una vera passione per la scrittura, tanto da ritenerla una vocazione. Credo che continuerò ad approfondire sempre di più questa dimensione. Attualmente sto redigendo un’altra sceneggiatura che si basa su un’idea personale”.

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